Vincitori della Seconda edizione del Premio InDivenire

Festival inDivenire 2018

I Vincitori della Sezione Prosa

Alla presenza di Anna Bonaiuto, che ha consegnato il Premio inDivenire 2018 al Miglior Progetto di Prosa, di Peppino Mazzotta che ha consegnato il Premio al Miglior Attore e alla Migliore Attrice, di Lorenzo Gioielli che ha consegnato il Premio alla Migliore Regia, di Giuseppe Manfridi che ha consegnato il Premio alla Migliore Drammaturgia e alla presenza  della Giuria della Sezione Prosa del Festival inDivenire 2018 formata da Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Alessandro Machìa, Rossella Marchi, Giuseppe Marini, Luciano Melchionna sono stati assegnati i seguenti premi con queste motivazioni:

Premio inDivenire2018

“Indra”
di Ilenia D’Avenia e Francesco Governa

Si è imposto all’attenzione unanime dei giurati della Seconda Edizione del Festival inDivenire come un folgorante e felicissimo esordio autoriale e registico caratterizzato da una sorprendente nettezza e pulizia di segno e da una visione già matura della scrittura drammaturgica e della scrittura scenica.
Grazie a un efficace e mai compiaciuto uso del dialetto siciliano, Ilenia D’Avenia e Francesco Governa, attraverso una mano ferma anche nella direzione del magnifico cast (all’interno del quale la D’Avenia stessa gioca un ruolo fondamentale) ci conducono con una grazia speciale verso territori dell’anima dove il delicato, qualità rarissima a vedersi sui nostri palcoscenici, va a pungere coi suoi aghi di sofferenza là dove più ci fa male, ma anche là dove siamo ancora disposti a gioire.

Premio consegnato da Anna Bonaiuto

Premio alla Migliore Attrice

Ex Aequo
Lucia Bianchi e Serena Borelli
per “CRAVE” di Sarah Kane
Per essersi compromesse fino in fondo, con toccante verità, in una drammaturgia come quella di Sarah Kane che mette di fronte all’estremo:
Lucia Bianchi  forsennando mirabilmente il corpo, sfinendolo, cercando quell’oltranza, quella pura presenza al di là della parola.
Serena Borelli per la capacità di far bruciare la parola sulla scena, con una disperazione e un’innocenza che raggiungono, senza filtri e senza cedimenti consolatori, lo spettatore.

Premio al Migliore Attore

Ex Aequo

Davide Logrieco e Paolo Camilli
per “CRAVE” di Sarah Kane

In Davide Logrieco sorprende il connubio tra giovinezza e sapienza scenica. I suoi occhi afferrano subito lo spettatore, sono messaggeri di dolore e di tenerezza, e non si distraggono mai da un obbiettivo che tutti, insieme a lui, siamo costretti a raggiungere: siamo trascinati dalla sua commozione di interprete che diventa la nostra.

Paolo Camilli, è abile nel portare in scena l’inquietudine e la spudoratezza dell’universo tormentato di Sarah Kane. Ma ciò che più colpisce è il suo saper trasformare, man mano che il gioco scenico si dipana, la sregolatezza del personaggio in tenerezza e la parola violenta in un sussurro vellutato che lo stesso ha la forza di un grido disperato di aiuto e di solitudine.

Premi consegnati da Peppino Mazzotta

 

Premio alla Migliore Regia

Ilenia D’Avenia e Francesco Governa 
per “INDRA”
Per la straordinaria maturità della messinscena mostrata in questa ottima prova di regia e per la cognizione con le quali si è saputo far interagire il testo verbale, quello spaziale, quello ritmico/musicale e quello degli attori, realizzando uno spettacolo complesso e brulicante di vita, di poesia e di verità; una verità affidata ad un ensemble di bravissimi attori diretti in modo impeccabile, preciso ed emozionante.

Premio consegnato da Lorenzo Gioielli

 

Premio alla Migliore Drammaturgia

ad “Attesa”
da un’idea di Elena Oliva
autore Dino Lopardo
Per un approccio attuale, non convenzionale e intelligente, a un testo che apre a domande senza risposta, o a mille risposte cui mancano, ormai troppo spesso, le domande. Un linguaggio travolgente e insieme semplice e di immediato impatto, che lascia poi decantare infinite declinazioni di pensiero, passando dal gioco infantile, apparentemente innocuo, alla fredda e prematura lucidità di chi ha da sempre a che fare con la morte.
In attesa di emozionarci e creare la ‘nostra’ famiglia, rischiamo di buttarci via, nella direzione opposta… che non sempre riporta sulla giusta strada, come invece direbbe Bernhard.
Oggi più che mai, in attesa, converrebbe restare immobili e in silenzio. Fino a trovare le parole più segrete, quelle che si nascondono sul fondo, per via del loro peso.
E questa drammaturgia ‘in divenire’, che parte da un’idea molto valida, dovrà fare lo stesso, con l’obbligo morale e artistico di proseguire quel viaggio interiore che può regalarci una vita ‘in attesa’. Partendo proprio dalla disarmante urgenza di quei bambini, perfettamente imperfetti e inquietanti, che aprono questa danza macabra, stridente ed esilarante per contrasto.
Premio consegnato da Giuseppe Manfridi

 

Menzione Speciale della Giuria

a Giulio Guarino
Autore di “Waffandisney”
Guizzi sparpagliati, graffi intermittenti, frecce canzonatorie costellano il suo Waffandisney. Quello di Guarino è un testo ancora in evoluzione ma le sue punte acuminate rivelano l’estro germogliante di un autore che ha il suo punto di forza in quell’irriverenza beffarda propria di chi sa ridere, e far ridere, delle nostre illusioni, delle favole che ci raccontiamo e delle bugie in cui abbiamo bisogno di credere, usando una penna che è una lama.

 

Menzione Speciale della Giuria

ad Alessandro Ienzi
Autore e regista di “Apocalisse”
Per l’urgenza potente e vitale che traspare dalla messinscena di “Apocalisse”, segno di una ricerca rischiosa e genuina indirizzata alla ridefinizione delle linee di base della scrittura scenica.
Attraverso l’ininterrotta tensione che percorre la performance, le atmosfere dense, i corpi inquieti e palpitanti, Ienzi apre uno squarcio ispirato e ispirante, seme di una felice intuizione, di un gesto artistico importante, la cui messinscena ancora in divenire non ne intacca la luminosità, e che la giuria saluta con piena fiducia in un completo sviluppo futuro.

 

La Giuria della Sezione Prosa:
Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Alessandro Machìa, Giuseppe Marini, Rossella Marchi, Luciano Melchionna.

 

La Giuria Popolare del Festival InDivenire 2018

decreta vincitore “Il Mostro”
con la seguente motivazione:
Imprenditori di sogni

“Il Mostro”
di Luca Buongiorno
regia Martin Loberto
con Yuri Napoli, Luca Buongiorno,Laura Schettino

L’opera il Mostro della compagnia Imprenditori di Sogni, ha trovato da subito la giuria popolare concorde nel riconoscerne il valore drammaturgico, supportato da scelte registiche ottimamente calibrate. Con pochi “giochi scenici” di maniera, il regista Martin Loberto ha saputo esprimere un punto di vista originale, su un tema delicato senza scadere in banalità e moralismi. La giuria ha inoltre apprezzato tanto il testo di Luca Buongiorno, quanto la recitazione, il cui taglio drammatico intensificato dall’uso del dialetto, ha saputo restituire un quadro intenso, a tinte forti ma mai eccessive. Yuri Napoli, Luca Buongiorno e Laura Schettino protagonisti sulla scena, sono riusciti nel non facile compito di colpire e incuriosire. Nel contesto di un festival appunto “in divenire” si è dunque deciso di premiare il testo che ha efficacemente scoperto la sua “nudità” di studio, senza per questo apparire ingenuo, l’ingenuità con cui piuttosto ha descritto il protagonista, ha fatto virare un tema ostico lungo uno sviluppo drammaturgico inesplorato e intimista.
sulla scena, sono riusciti nel non facile compito di colpire e incuriosire. Nel contesto di un festival appunto “in divenire” si è dunque deciso di premiare il testo che ha efficacemente scoperto la sua “nudità” di studio, senza per questo apparire ingenuo, l’ingenuità con cui piuttosto ha descritto il protagonista, ha fatto virare un tema ostico lungo uno sviluppo drammaturgico inesplorato e intimista.

 

 

I Vincitori della Sezione Danza

Alla presenza di Luciana Savignano, che ha consegnato il premio al Miglior Progetto di Danza, e della giuria della Sezione Danza del Festival inDivenire 2018 formata da Marco Angelilli, Emanuele Burrafato, Giampiero Cicciò, Aurelio Gatti, Gloria Pomardi Zurcher, Monica Vannucchi, sono stati assegnati i seguenti premi con queste motivazioni:

 

La giuria assegna all’unanimità il

Premio al Miglior Progetto

a Equilibrio Dinamico Dance Company
per “Simple Love”. Coreografia di Roberta Ferrara. 
Un duetto sulle relazioni di coppia, nel quale l’intento coreografico di Roberta Ferrara si sviluppa con coerenza attraverso molteplici livelli di senso, abbracciando un’ampia gamma di sfumature.
I danzatori, senza mai perdere forza espressiva, declinano le mille sfaccettature dell’amore in una danza fluida ed energica.
Il movimento si dipana nello spazio come il filo di un gomitolo che sembra snodarsi dal cappotto rosso di lei per rigenerarsi e nutrirsi dei sentimenti che evoca.
Il pezzo è sostenuto da un ottimo lavoro di drammaturgia, da due interpreti molto convincenti, Tonia Laterza Nicola De Pascale, e dalla bella base sonora a cura di Vito Causarano.

 

Menzione Speciale della Giuria

Gennaro Maione
Associazione culturale Korper
per “Sex-thing Chapter Two”
Per l’assolo denso di significati dolorosi, espressi attraverso lo studio accurato e sofferto di codici gestuali e stilemi reiterati e sovrapposti che, proprio nella difficoltà a comporsi in linguaggio, descrivono perfettamente la condizione della sessualità umana contemporanea spesso sterile e autarchica, fatta di solitudini digitali, incapacità di empatia, resistenza al darsi.

 

Menzione Speciale della Giuria

alla Compagnia Progetto S
per “Vincere! Vincere! Vincere?”
Coreografia di Mario Coccetti. Danzatori: Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore.
Per il respiro intellettuale del progetto: un’appassionante indagine sul tema della vittoria nelle diverse accezioni di desiderio, percorso, obiettivo ma anche nel pericoloso significato di superiorità dell’altro, nell’ambiguo risultato contenente il seme della sconfitta.
Nel ring di luce, i corpi dei due avversari si scontrano e si incontrano, lottano e sembrano amarsi, confondendo i ruoli e invitando lo spettatore a cambiare continuamente punto di vista.
Le due esclamazioni del titolo affermano l’onore di chi vince ma la domanda finale sembra restituire dignità a chi perde stimolando in chi guarda domande che partono dalla metafora del combattimento ma si irradiano a problematiche più urgenti del nostro difficile presente.

 

Premio al Miglior Danzatore

Nicola De Pascale
Per “Simple Love”
Equilibrio Dinamico Dance Company
Per l’intensità drammatica e il sorprendente rapsodico volgere di espressività disparate nella descrizione del rapporto a due – non necessariamente solo amoroso, ma anche familiare e affettivo in senso lato – dove il talento e la preparazione dell’interprete descrivono con grande efficacia, l’uomo contemporaneo, nelle diverse situazioni, ruoli ed età: fra debolezza e forza ostentata, fra empatia e distacco, fra paura e sofferte spinte coraggiose.

 

Premio alla Migliore Danzatrice

Tonia Laterza
Tonia Laterza, interprete di una fisicità contemporanea il cui fraseggio è curato nei dettagli e ogni linea dei suoi movimenti risulta nitida e sicura.
Dalla grande energia per una danza dove primeggia con sensibilità, capace di reggere la tensione teatrale e padroneggiare la scena, senza alcuna concessione alla complessa natura di donna e danzatrice.
Vivida nella passione, nella risolutezza del dolore, nello smarrimento – ha offerto una interpretazione efficace, asciutta nell’enfasi e prova di un gran lavoro di sottrazione.
Di questa impalpabile ma incisiva essenzialità, ricca di infinite sfumature, ne gode anche e soprattutto la dinamica, specie nel dialogo con il compagno in scena:
gesti/parole diventano timbri e chiaroscuri di un lessico amplificato da sospensioni e repentini mutamenti.
Quindi una interprete magnificamente capace di sintetizzare una necessità espressiva costantemente nutrita.

 

La Giuria della Sezione Danza:
Marco Angelilli, Emanuele Burrafato, Giampiero Cicciò, Aurelio Gatti, Gloria Pomardi, Monica Vannucchi